Continua la serie delle donne della Valcanale. Federica è Vigile del Fuoco, mi sembrava stesse bene col tema di questa settimana.
La sua storia
Nata a Udine il 18 settembre 1974, trascorre l’infanzia a Pagnacco, dove vive con i genitori, impegnati entrambi nel campo medico, ed il fratello più giovane. Molto spesso con loro ci sono anche i nonni materni, che per lunghi periodi lasciano la casa di Camporosso, il paese natale del nonno, per scendere ad aiutare la giovane famiglia. La nonna è originaria di Maribor, oggi in Slovenia, la conversazione fra lei, sua figlia ed i bambini si svolge quasi sempre in sloveno, sua lingua madre. Quando Federica inizia a frequentare la scuola materna resta stupita dal fatto che i suoi compagni non comprendano quello che dice, per lei è naturale esprimersi in sloveno. E’ una lingua che le è cara, quando può la esprime anche cantando nel coro della Chiesa di Camporosso, durante le celebrazioni domenicali. Si diploma al Liceo classico “J.Stellini”, poi si iscrive alla facoltà di Chimica a Trieste. La sua vita trascorre fra Trieste e Camporosso, dove nei fine settimana accompagna i nonni, che le lasciano in eredità il legame con il paese, le sue tradizioni ed i suoi ritmi di vita.
Il suo percorso lavorativo
La tesi di laurea la porta a Milano, dove approfondisce le tematiche del rischio legato agli incendi. Il mondo del fuoco la affascina, il nonno le ha insegnato lo spirito di servizio che anima il Corpo dei Pompieri Volontari, di cui era orgoglioso di aver fatto parte. C’è quindi una componente affettiva che la spinge a crescere in un campo che pochi conoscono e che riserva continue sorprese. Appena laureata lavora da subito in uno studio di consulenza del settore, sempre a Milano. Ogni giorno è a contatto con eventi che per casistica e frequenza le danno modo, in breve tempo, di farsi un bagaglio di esperienze molto vasto; è continuamente in prima linea, “al mattino sentivo alla radio di qualche disastro, e sapevo dove avrei passato quella giornata”. Dopo quattro anni la vita di Milano inizia a pesare, le manca il suo ambiente,” le poche volte che il cielo era terso e si vedevano le punte delle montagne mi prendeva la tristezza”, il ritmo concitato non si addice alla sua indole riflessiva. Sceglie di ritornare a Udine, dov’è libera professionista nel campo della consulenza sugli incendi. Lo scorso anno si è occupata della perizia dell’incendio che ha interessato la Telecabinaa del Monte Lussari: per molti di noi è stata una scoperta che ci ha fatto inorgoglire, vedere quella ragazza alta, dai lunghi capelli biondi, dagli occhi chiarissimi, dal saluto franco, che abbiamo sempe visto girare in valle, una di noi, nelle vesti fondamentali del perito.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco costituirà a breve un’unità operativa di ricerca che opererà in campo nazionale e che sarà il centro di alta specializzazione in materia di incendi. Federica ha da poco passato l’esame di ammissione per entrare nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, spera di poter far parte di questo nucleo specializzato. Il suo continuo desiderio di aggiornamento l’ha portata a frequentare vari corsi negli Stati Uniti, l’ultimo a Toronto in Canada. La conoscenza dell’inglese, del tedesco e dello sloveno sono sicuramente una marcia in più nello scambio di informazioni nel suo settore. “Negli Stati Uniti c’è un sito web a cui tutti accedono per scambiarsi informazioni sulle proprie esperienze. Il nostro è un mondo che cambia di giorno in giorno, lo scambio di conoscenze è una crescita per tutti. Il mio obiettivo è collaborare alla creazione, anche da noi, di un luogo web di questo tipo, essenziale nell’ambito della sicurezza.”
Una passione
Il suo lavoro, anche sei lei dice “il fuoco”. Una passione a 360 gradi. Dal 1996 è cambiato lo statuto del Corpo Pompieri Volontari di Camporosso, ed anche lei, assieme ad alcune amiche, ne può far parte. La sua convinzione è che è fondamentale informarsi, essere al passo con quanto cambia nella società, per poter essere efficaci in caso di emergenze. Si occupa di addestrare i più giovani, è un impegno che come donna e come esperta riesce a sostenere molto efficacemente. “Per ognuno di noi c’è un ruolo, non tutti hanno le capacità fisiche ed emotive per salire sulle scale e sfidare il pericolo, ma per ognuno c’è un compito ugualmente fondamentale; un gruppo affiatato ed efficiente comprende tanti ruoli e soltanto se si crea un gruppo si può dare qualcosa” Il senso di appartenenza ad una comunità, la solidarietà, l’imparare a lavorare assieme sono per lei fondamentali nella crescita di ogni persona, sono valori che le sono stati trasmessi in famiglia, con l’esempio. E poi il rispetto per ogni cultura, per ogni uomo. Questo è quanto insegna ai ragazzi che vengono ad imparare ad essere utili nella Protezione Civile, nell’ambito del Corpo Pompieri Volontari.
Un rimpianto
Non può dimenticare le due esperienze fatte in Bolivia, per due volte si è recata con un gruppo di volontariato, “a dare una mano”. Si trattava di lavori di muratura, la prima volta hanno costruito una casa per una vedova, la seconda volta un’ala di un ospedale pediatrico oncologico. “Lavorare a stretto contatto con quei bambini, destinati a morire, sapendo che a Udine sarebbero stati trattati in maniera più umana, e che molti di loro sarebbero sopravvissuti… questo senso di impotenza schiacciante ...non ti abbandona più, ti cambia la vita” Non è un vero rimpianto, appena potrà tornerà giù a rendersi utile.
Un desiderio
Il suo modo per scaricare la tensione è salire sulla moto e partire. Non una moto veloce “mio padre sarebbe troppo preoccupato, ne ha visti in sala operatoria di motociclisti”, una moto affidabile e “ben piazzata”, di quelle che sembrano scorrere senza motore e senza fatica. Parte e va a fare le perizie, e per strada si ricarica di energia e di entusiasmo.