martedì 17 marzo 2009

Corso antincendio







Per una serie di motivi contingenti che non sto ad elencare mi sono ritrovata a frequentare un corso antincendio, a Udine. Due lezioni settimanali di due ore e mezza, alla sera.
Tre sono i livelli di corso: a basso, medio ed a rischio elevato. Sto frequentando il corso a rischio elevato e finchè si è trattato di seguire delle lezioni teoriche la cosa è stata, direi, stimolante: l'istruttore è molto preparato e di ogni cosa non ti dà delle nozioni campate in aria ma ti spiega anche il perchè si è arrivati a quel punto. Imparare perchè ci sono certe attrezzature ( e non altre) e quali sono le modalità di evacuazione di un albergo, una scuola, un qualsiasi luogo pubblico è fondamentalmente interessante.
Poi ieri abbiamo fatto le quattro ore di esercitazione pratica prescritte.
Abbiamo trascorso praticamente tutta la mattinata nel cortile di un capannone industriale, in aperta campagna, a simulare incendi e a spegnerli.
Non avevo ben valutato la questione. Come aveva suggerito l'istruttore, non avevo indossato indumenti in pile o altra plastica infiammabile, ma da questo a vestirmi da pompiere e correre in giro con manichette in mano, è un'altra storia.
In breve: abbiamo iniziato imparando a lanciare una manichetta, che sarebbe quella cosa nella terza foto. Si lancia srotolandola per 10 metri, poi si deve velocemente collegare la "femmina" sull'idrante (senza avvitare la manichetta su sè stessa), quindi si parte correndo, con in mano l'altro capo con il "maschio" e nel frattempo (correndo, ribadisco) bisogna collegare a questo una "lancia" (senza avvitare la manichetta su sè stessa).
La manichetta si lancia come una palla da bowling, facendo un movimento che dal basso si avvita su sè stesso e, con un piedi in avanti e un ginocchio quasi a terra, ti porta a srotolarla completamente in direzione perpendicolare all'incendio. Semplice, se hai già giocato a bowling. Pare che lì tutti avessero passato l'infanzia a lanciare palle. Al terzo tentativo sono riuscita a lanciare quella manichetta come si deve, non vi dico il mio giubilo interiore. Il tutto va fatto ricordando che MAI vanno girate le spalle all'incendio. Olè, equilibrismo puro. Se ti giri non passi l'esame e se la manichetta è arrotolata su sè stessa neanche.
In seguito ci siamo dedicati a spegnere un incendio vero, vivo e vegeto, con un estintore ad anidride carbonica. Nella seconda e nella quarta foto si vede bene la vasca che viene utilizzata nelle esercitazioni per accendere questo fuoco a gas.
L'anidride carbonica esce a -78°. Primo problema: bisogna utilizzare dei guantoni, perchè c'è il rischio che il getto ti possa "congelare" le mani. Ok. Secondo problema: ho dovuto indossare quelle due cose raffigurate lassù nella prima foto, indumenti progettati per un omone alto almeno 1.80 e con un testone da Shrek.
Corri tu, sollevando un estintore con le mani guantate, rischiando di inciamparti nel cappottone (e finire a testa in giù nell'incendio) e con il casco che cerca di guadagnare l'uscita per conto suo!
Ho spento valorosamente il fuoco al secondo tentativo, perchè al primo avevo dimenticato di togliere la sicura. Tra gli incitamenti dei miei colleghi.
Più volte durante la mattinata mi sono resa conto di quanto fosse assurda tutta la faccenda: avvilirsi perchè non si riesce a srotolare un tubo o perchè si è partiti correndo dimenticando di portarsi dietro la lancia o cercare di avvitare il raccordo "femmina" girando insistentemente "contromano". E' che queste cose ti prendono, diventa questione di vita o di morte ( in senso figurato).
Da ieri siamo tutti in grado di usare (quasi) senza esitazioni un impianto idrico fisso, un estintore a Co2 o a polvere, di indossare una maschera antifumo o antigas.
Mi rimane il dubbio se l'adrenalina che ti soffoca quando scopri che è scoppiato un incendio può essere un vantaggio o uno svantaggio nella concentrazione necessaria per fare tutte queste cose. Non ce l'ha spiegato e spero di non doverlo sperimentare.

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