Mio marito, ha finalmente realizzato un sogno. E' partito il giorno del suo sessantesimo compleanno per fare il Cammino di Santiago, da solo.
E' arrivato a Santiago martedì scorso dopo 34 giorni di cammino, 770 km in tutto, a una media di 20 km al giorno. Ora è volato in Andalusia da nostra figlia, dove si fermerà fino a martedì, quindi volerà a Venezia e tornerà a casa.
Una bella soddisfazione, per lui che non ama camminare in montagna come me, che preferisce leggere nella penombra allo stare all'aria aperta, che non gradisce particolarmente socializzare con estranei. Un "orso friulano", insomma, che ha convissuto per più di un mese con perfetti sconosciuti, ogni sera diversi, dormendo nel sacco a pelo negli ostelli , in mezzo a gente con cui ha condiviso pasti e spazi. Con sè solo l'indispensabile, niente di superfluo. Un cambio di vestiti, che appena arrivi negli ostelli e hai fatto una doccia, ti danno l'opportunità di lavare ed asciugare, usando le attrezzature che ti mettono a disposizione.
E' un'esperienza che puoi fare in un particolare momento della tua vita, quando non hai più assilli economici, quando i tuoi figli sono sufficientemente grandi e non hai genitori anziani che hanno bisogno delle tue cure, e quando tua moglie, che non può venire con te, ti incita con entusiasmo ad andare.
Non è un'esperienza per tutti, forse perchè nasce da dentro, diventa una tua aspirazione un po' alla volta, fin quando un giorno matura e trovi il coraggio di approfittare dell'occasione per partire.
Ci siamo sentiti mattina e sera. Aveva portato il notebook che gli serviva per essere collegato alle centraline idroelettriche, il suo lavoro che seguiva da lontano. Ogni giorno mi raccontava di nuovi paesaggi e nuove pietanze assaggiate ( è un buongustaio). Intorno a Leon ha conosciuto un giapponese, (chissà come si parlavano?) e si sono raccontati mezza vita. Deve essere proprio vero che durante il Cammino, le formalità e le apparenze vengono lasciate cadere man mano che scorrono i chilometri sotto le scarpe, mai mio marito avrebbe interloquito in inglese con uno sconosciuto, raccontandogli di sè. Hanno anche bevuto una caraffa di vino assieme, accompagnandolo alle olive della Galizia, l'ha praticamente steso perchè i giapponesi non bevono vino.
I più interdetti alla sua partenza sono stati i figli, Veronica ha detto "non ce la fa, mamma, è lunga!", Federico gli ha spiegato come noleggiare un camper. Le più piccole, non hanno ben focalizzato l'impresa. Man mano che passavano i giorni, nella sua voce si sentiva la fatica, ma anche la serenità, quindi io ero tranquilla.
Martedì arriva a Venezia, poi ha un treno fino a Udine e poi lo andiamo a prendere, perchè non c'è una coincidenza.
Veronica ha detto che se per noi è un problema, potrebbe anche tornare a piedi. "Sono solo cento chilometri , in quattro giorni è a casa :-) "
In alto una bella poesia di Erri De Luca che dedico ai piedi di mio marito.
Qui http://www.youtube.com/watch?v=EZAPge2S4KE un video sul Cammino.
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