domenica 31 gennaio 2010

Funivia del C-Kanin


Quando hanno trasportato dall'Austria le cabine della nuova Funivia del Monte Canin, è stato un evento: l'autista, a causa di un disguido all'uscita dell'autostrada, ha sbagliato strada e quindi ha girato la valle in lungo e in largo ( e in largo c'è poco da girare con un carico così imponente) e si è fatto notare un sacco. Davanti all'enoteca è passato tre volte: se voleva essere un giro promozionale è riuscito molto bene.
La Funivia del Canin è la prima funivia transfrontaliera,in collegamento con la Slovenia ed è stata inaugurata il 7 gennaio di quest'anno. Qui di seguito, dal giornale locale, qualche polemica e una serena "alzata di capo" di Alessandro Piussi.
FUNIVIA I valori naturali della montagna

Questa è una mia ipotetica lettera indirizzata a un grande alpinista, il mitico Ignazio Piussi, riguardante il nuovo impianto trasfrontaliero della Promotur. Caro Ignazio, ti scrivo perché volevo dirti che le sorprese non mancano, esse possono riuscire alle volte deliziose o no, e purtroppo conoscendoti so che questa volta non ti faranno piacere, ma addirittura arrabbiare. Come ogni anno, sono ritornato a fare il percorso che spesso facevamo insieme, da Sella Nevea a Golovec e poi su fino in cima al Canin. Ho ripetuto l’itinerario a te molto caro, però questa volta ti confesso ho impiegato più del solito, come sai l’età avanza: i battiti aumentano e il respiro è più corto, le forze diminuiscono e i tempi si allungano. O forse è stata la distrazione a guardare lo scempio realizzato dalla Promotur? Tu non lo puoi sapere, perciò ti informo che la Promotur ha inaugurato la funivia che collega Sella Nevea e Plezzo. Non so di preciso quanto sia il costo complessivo, comunque lo stimo intorno ai 17 milioni di euro. Tutto denaro pubblico per realizzare un megaimpianto che sarà utilizzato dai soliti ricconi. La Promotur, con la complicità dei politici di turno, continua a fare i propri interessi, come ha sempre fatto in precedenza per gli impianti del Piancavallo, del Lussari, dello Zoncolan, del Varmost, in fondo le spese di mantenimento le pagano sempre i contribuenti. Come sai, i politici sanno gestire bene i propri affari, conoscono il mondo del business immobiliare e finanziario e di comune accordo finiscono sempre per orientare le loro decisioni in tal senso. Penso che i politici saranno tra i primi a usare tale impianto transfrontaliero. Loro sì, possono permettersi una gita in montagna con tutta la famiglia e di pagare uno skipass di circa 28 euro che è pari a tre/quattro giorni di vita di un pensionato. Mentre chi fa fatica a vivere, e credimi oggi sono tantissimi, invece non potrà mai permettersi il lusso di andare né in montagna né tanto meno in funivia. Così come chi deve aspettare mesi in lista d’attesa per gli esami clinici, essendo costretto a vivere con ansia per conoscere le proprie condizioni di salute, non sarà sicuramente invogliato ad andare in funivia. E così via. Come vedi, caro Ignazio, i politici non cambiano mai. Presi dal delirio di onnipotenza e nell’indifferenza generale, a loro non può importare un bel niente se tanti cittadini si trovano in vero stato di bisogno o di disagio, come non interessa loro se l’ambiente della montagna perde gli alti valori naturali, perché, come tanti, di fronte ai profitti hanno «perso il senso della sacralità e dell’amore della natura» come scrisse Carlo Sgorlon. La loro cultura del turismo s’ispira sempre a far star bene i ricchi e i politici, più che a difendere i poveri e il territorio naturale. La giornata era invitante, lo spessore della neve lungo il sentiero non era molto consistente e compatto come l’anno scorso, comunque sempre abbondante. Ti ricordi il pezzo di cirmolo rimasto fulminato di sella Golovec, dove andavano a strigliarsi il pelo i camosci e lo spiazzo dei mughi, dove vicino ci si sdraiava nell’abbraccio di madre natura e padre cielo? Ecco, non ci sono più. Ti ricordi il branco degli stambecchi, quando aspettava che il capo adulto finisse di coprire tutte le femmine? E quale forza, furia e grazia ci metteva? Tutto questo non c’è più. Mi sono anche fermato un po’ nella speranza che ritornasse almeno qualcuno e invece nessuno, non ho visto né sentito nemmeno gli uccelli rapaci, forse disturbati dai tanti fili o dalle grida umane. La Promotur si è appropriata anche il visibilio delle stelle e il tuo paradiso terreste è scomparso. Caro Ignazio, il tuo “regno” è molto cambiato dalla tua ultima visita: ora si vedono tralicci, piloni, funi, cavi metallici, si sente il cigolio del passaggio delle cabine con dentro i Vip. Giù, “nella valle di lacrime”, i poveracci sanno che il paradiso bisogna meritarselo: faticare, sudare e soffrire; invece i ricconi e i politici irresponsabili, pieni di sensi di colpa, ci vanno “in paradiso” seduti in funivia con l’aria climatizzata e un domani, per essere più liberi, non è escluso che costruiranno un’autostrada con parcheggi e andranno in Suv, oppure in elicottero. Stai in pace e da cuore a cuore con affetto ti saluto, il tuo devoto allievo. Pio Paolo Romanello Udine



VAL RACCOLANA
È un sogno che si realizza

Sono un abitante della Val Raccolana e scrivo per rispondere al signor Pio Romanello. Quando sento definire la mia valle “valle delle lacrime” mi sento salire dentro una rabbia... Tanto per cominciare come si permette lei di dire i poveracci della “Valle delle lacrime”. Mi sento offeso perché quella che lei chiama “Valle delle lacrime” era chiamata così 50 anni fa quando la gente costretta dalla miseria emigrò in altri Paesi in cerca di lavoro, ma oggi è un paradiso e io che ci vivo ne sono convinto e lei, che penso, abiti a Udine o dintorni ci può solo invidiare. Non so chi sia più poveraccio se io che vivo in mezzo ai boschi o lei che vive in mezzo allo smog...
I poveracci che vivono “giù nella valle delle lacrime” sanno benissimo che il paradiso bisogna meritarselo, ma noi un pezzetto qui sulla terra ce l’abbiamo già. Molti di noi lavorano per la Promotur e vedono i Vip ma anche le persone – che tutta la settimana sudano, faticano, soffrono – passare in funivia e finalmente si rilassano e si godono lo splendore delle nostre montagne e si divertono sulle nostre piste da sci. Per i poveracci della “valle delle lacrime” il collegamento con Plezzo è un sogno che si realizza dopo 40 anni e noi poveracci ringraziamo i politici che hanno sostenuto tutto ciò.
Poi per essere un po’ pignolo (non sono un botanico, ma ho un’infarinatura di agraria e ho sempre amato e vissuto la mia valle da cima a fondo) posso dirle che il cirmolo non l’ho mai visto, (non è che si sia sbagliato di valle?), e gli stambecchi nella zona del Canin sono stati introdotti e non da molti anni.
E a proposito dello scempio fatto dalla Promotur per realizzare il collegamento, noi poveracci della “valle delle lacrime” sacrifichiamo volentieri qualcosa delle nostre stupende montagne perché tutti possano goderne.
A questo proposito mi chiedo perché una persona debba appigliarsi a un personaggio che riposa in pace tra le sue montagne per fare un po’ più di scalpore, perché tirare in ballo Ignazio Piussi per contestare una cosa che a lei non piace. Sa, io sono un parente e compagno di caccia di Ignazio, e posso dirle con certezza che il suo cuore avrebbe sofferto per la montagna, ma sarebbe stato orgoglioso di vedere realizzato il progetto della funivia per il collegamento con Plezzo, e le posso dire con certezza che il giorno dell’inaugurazione Ignazio sarebbe stato l’ospite d’onore.
Alessandro Piussi
Saletto di Chiusaforte

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