domenica 16 maggio 2010

Cilly


Una tradizione del Nord è quella di regalare pane e sale a chi inaugura una casa. Gli amici e i vicini, in occasione della prima visita, portano un piatto con un pane nero e un sacchetto di sale, un sacchetto di quelli di carta rustica, avvolta su sè stessa.
Cilly è arrivata con un piatto in ceramica , un bel pane nero fatto da lei e sul sale una decorazione in corteccia di betulla, un cuore.
Cilly è Cilly Höferer, Cecilia all'anagrafe, di Friesach, in Carinzia.

Cilly non ha molto tempo, è occupatissima. Praticamente il ristorante lo conduce da sola, in cucina se non c'è lei il lavoro non va avanti. Utilizza prodotti a km zero, che cerca e trova come per magia. Prodotti di produzione locale, ma anche erbe, fiori, frutti del bosco. Ogni anno segue un progetto con le scuole elementari di Friesach e porta i bimbi della terza classe, quelli che stanno studiando il Medioevo, assieme a lei nel bosco. Raccolgono frutti ed erbe e poi cucinano. Una minestra, dei ravioli, a volte dei dolci con la ricotta. Cilly spiega ai bambini che nel Medioevo questi erano i prodotti a disposizione e quindi a Friesach si mangiava così. Quest'anno i bambini della terza erano solo sette: hanno cucinato assieme a lei tutta la mattina e poi hanno servito a settanta persone, tra genitori, bambini ed insegnanti, il menù completo del Medioevo. I bambini hanno spadellato, servito in tavola, sparecchiato. Una lezione molto istruttiva, se la ricorderanno per tutta la vita. Una lezione con grossi rischi, ma Cilly se li accolla volentieri, è una temeraria per natura.
Friesach è una bellissima città medievale, è l'unica città nel Nord Europa che ha ancora il fossato con l'acqua corrente, così mi hanno detto con orgoglio gli avventori del bar di Cilly, vale la pena farci una capatina. Io ci sono stata per la prima volta la scorsa estate, con Waltraud, che ha conosciuto Cilly in seguito ad un'intervista che le ha fatto e dopo la quale sono diventate amiche. E' stata una scoperta interessante, da lei c'è tanto da imparare, se non altro la serenità nel prendere grandi decisioni.

Il giorno dopo l'apertura del Dawit Cilly è arrivata alle cinque con quel suo simbolico regalo, che ho qui nell'ingresso.
Con quel modo formale che hanno gli austriaci di dirti le cose quando sono cose importanti, quel modo particolare di rendere solenne un momento, mi ha augurato fortuna, ma soprattutto salute, "che per il resto si combina", ha detto così.
Ha bevuto di corsa un cappuccino con me, mi ha chiesto di andare a spiegarle come mai noi italiani facciamo un cappuccino così e lei non ci riesce, le ho promesso che le avrei fatto un corso a domicilio. "Ogni giorno si può imparare qualcosa di nuovo", dice Cilly, "non si finisce mai".
E poi è dovuta ripartire di corsa: alle sei aveva una cena con trenta persone e ci vogliono più di tre quarti d'ora per arrivare dalla mia alla sua cucina.
Se penso che s'è fatta un'ora di viaggio per andare e poi un'altra ora di viaggio per tornare, per portarmi una cosa che ha un valore inestimabile, per lei e per me, la sua condivisione e la sua stima, penso che sono proprio fortunata a conoscere persone così, e sono proprio fortunata ad aver avuto l'opportunità nella mia vita, di poter imparare la sua lingua.
Che ricchezza, potersi capire, dobbiamo insistere con i nostri ragazzi perchè si avvicinino ad altre lingue, anche in maniera non didattica, buttiamo le grammatiche e cerchiamo di aprire i cuori!
Cilly prima di andare a guardato tutto, mi ha dato dei bei consigli e poi mi ha detto " Se ti capitasse di non sapere dove sbattere la testa, chiamami, troverò il tempo di venire a darti una mano, non farti problemi". Non farti problemi ! Cilly, DANKE!

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