Ieri Federico ci ha preparato delle trote al forno con una ricetta particolare: pangrattato, aglio prezzemolo e patate. Gli ingredienti sembrano ovvii, ma il gusto era originale, erano leggere e gustose e c’è stata la battaglia per accaparrarsi l’ultima.
Federico, Friz per gli amici, cucina. Finalmente ce l’ha fatta.
Al momento di scegliere la scuola superiore eravamo tutti disorientati: a scuola i suoi professori dicevano che avrebbe potuto frequentare un Liceo Scientifico, era un creativo però acuto e concreto. Peccato che non ritenesse utile il tempo passato sui libri.
Abbiamo deciso per un Liceo, lì però lo studio non era considerato affatto un optional.
Ha trovato professori in gamba: hanno saputo stimolarlo e costringerlo ad un’applicazione che gli ha fatto bene.
Ci sono stati dei momenti in cui metteva in discussione tutto il sistema scolastico nazionale: ”Sono iscritto ad un Liceo Scientifico, liceo delle scienze, tecnica, mamma! e sto studiando Storia, Storia della Letteratura Italiana, Storia della Letteratura Inglese, Storia della Letteratura Tedesca, Storia della Letteratura Latina e Storia della Filosofia! E se lo chiamavano Liceo Storico, non era meglio?”. Hanno cercato di spremere le sue potenzialità; il solito discorso: “Signora, il ragazzo ha ottimi numeri, peccato che non si applica”; avrei preferito andare all’Ufficio Imposte in quel periodo: lì avevo sempre una tesi difensiva, sapevo cosa avevo sbagliato e mi prendevo le mie responsabilità, mentre con gli insegnanti di Federico ero con le spalle al muro, non potevamo che addolorarci assieme, i professori da una parte, che non avevano soddisfazioni e io, che le sentivo per causa sua, compatendoci l’un l’altro.
I suoi insegnanti lo hanno capito e gli hanno voluto anche bene, in fin dei conti è un tipo simpatico: il professore di filosofia, dopo una interrogazione ha allargato le braccia cantando “Si può dare di più, senza essere eroi:….”; quello che mi faceva più pena era il professore di latino: dava l’anima per la sua materia, la amava e Federico gliela maltrattava senza ritegno. Gli massacrava il latino, povero professore!
In qualche modo siamo arrivati al diploma.
Il professore di latino, all’uscita dall’esame gli ha detto :”A te, se ti trovo in piscina, ti annego!” Lo sfogo umano di un letterato convinto.
Federico è un creativo, davvero e lo dimostra soprattutto cucinando. E’ un epicureo, gli piace mangiare cose buone.
Era più basso del tavolo, avrà avuto quattro anni, quando abbiamo ricevuto in regalo una marmellata di cioccolato e amarene, molto buona, ma di cui nessuno riusciva ad identificare gli ingredienti.
Lui da sotto il tavolo ha detto “Ma è Mon Cherie! ” Evidente.
Durante le estati, mentre frequentava il Liceo, si è infilato in molte cucine, prima come lavapiatti ( e adesso che cucina ha molto rispetto per chi lava piatti e pentoloni) e poi pian piano sempre più vicino ai fornelli.
Si è iscritto a Scienze Alimentari, ma poi ha capito che lì si analizzava, non si creava, quindi ha salutato tutti dopo aver passato brillantemente un esame sulla distillazione delle grappe. Ora sta frequentando un corso intensivo per cuochi, mattina e pomeriggio e stage in ristorante , e non è mai stato così contento.
Mi ringrazia perchè abbiamo insistito a fargli frequentare il Liceo: si rende conto che la base culturale che gli hanno infilato con forza in testa oggi gli è utile, che la capacità critica acquisita gli serve e che qualsiasi cosa riesce ad apprenderla senza alcun problema, un metodo di apprendimento collaudato ce l’ha.
L’altro giorno al Liceo in corridoio ho incrociato il professore di filosofia, si è fermato, mi ha salutato caldamente e mi ha chiesto notizie di Federico: è contento che lui sia contento.
Siamo felici che abbia trovato la sua strada, con i professori era un concetto che veniva fuori ricorrente: “Quando troverà la sua strada, ce la metterà tutta vedrà, vi darà grandi soddisfazioni”.
Sicuramente le grandi soddisfazioni ce le sta dando ogni giorno, se non altro per il fatto di vederlo felice e realizzato.
Federico, Friz per gli amici, cucina. Finalmente ce l’ha fatta.
Al momento di scegliere la scuola superiore eravamo tutti disorientati: a scuola i suoi professori dicevano che avrebbe potuto frequentare un Liceo Scientifico, era un creativo però acuto e concreto. Peccato che non ritenesse utile il tempo passato sui libri.
Abbiamo deciso per un Liceo, lì però lo studio non era considerato affatto un optional.
Ha trovato professori in gamba: hanno saputo stimolarlo e costringerlo ad un’applicazione che gli ha fatto bene.
Ci sono stati dei momenti in cui metteva in discussione tutto il sistema scolastico nazionale: ”Sono iscritto ad un Liceo Scientifico, liceo delle scienze, tecnica, mamma! e sto studiando Storia, Storia della Letteratura Italiana, Storia della Letteratura Inglese, Storia della Letteratura Tedesca, Storia della Letteratura Latina e Storia della Filosofia! E se lo chiamavano Liceo Storico, non era meglio?”. Hanno cercato di spremere le sue potenzialità; il solito discorso: “Signora, il ragazzo ha ottimi numeri, peccato che non si applica”; avrei preferito andare all’Ufficio Imposte in quel periodo: lì avevo sempre una tesi difensiva, sapevo cosa avevo sbagliato e mi prendevo le mie responsabilità, mentre con gli insegnanti di Federico ero con le spalle al muro, non potevamo che addolorarci assieme, i professori da una parte, che non avevano soddisfazioni e io, che le sentivo per causa sua, compatendoci l’un l’altro.
I suoi insegnanti lo hanno capito e gli hanno voluto anche bene, in fin dei conti è un tipo simpatico: il professore di filosofia, dopo una interrogazione ha allargato le braccia cantando “Si può dare di più, senza essere eroi:….”; quello che mi faceva più pena era il professore di latino: dava l’anima per la sua materia, la amava e Federico gliela maltrattava senza ritegno. Gli massacrava il latino, povero professore!
In qualche modo siamo arrivati al diploma.
Il professore di latino, all’uscita dall’esame gli ha detto :”A te, se ti trovo in piscina, ti annego!” Lo sfogo umano di un letterato convinto.
Federico è un creativo, davvero e lo dimostra soprattutto cucinando. E’ un epicureo, gli piace mangiare cose buone.
Era più basso del tavolo, avrà avuto quattro anni, quando abbiamo ricevuto in regalo una marmellata di cioccolato e amarene, molto buona, ma di cui nessuno riusciva ad identificare gli ingredienti.
Lui da sotto il tavolo ha detto “Ma è Mon Cherie! ” Evidente.
Durante le estati, mentre frequentava il Liceo, si è infilato in molte cucine, prima come lavapiatti ( e adesso che cucina ha molto rispetto per chi lava piatti e pentoloni) e poi pian piano sempre più vicino ai fornelli.
Si è iscritto a Scienze Alimentari, ma poi ha capito che lì si analizzava, non si creava, quindi ha salutato tutti dopo aver passato brillantemente un esame sulla distillazione delle grappe. Ora sta frequentando un corso intensivo per cuochi, mattina e pomeriggio e stage in ristorante , e non è mai stato così contento.
Mi ringrazia perchè abbiamo insistito a fargli frequentare il Liceo: si rende conto che la base culturale che gli hanno infilato con forza in testa oggi gli è utile, che la capacità critica acquisita gli serve e che qualsiasi cosa riesce ad apprenderla senza alcun problema, un metodo di apprendimento collaudato ce l’ha.
L’altro giorno al Liceo in corridoio ho incrociato il professore di filosofia, si è fermato, mi ha salutato caldamente e mi ha chiesto notizie di Federico: è contento che lui sia contento.
Siamo felici che abbia trovato la sua strada, con i professori era un concetto che veniva fuori ricorrente: “Quando troverà la sua strada, ce la metterà tutta vedrà, vi darà grandi soddisfazioni”.
Sicuramente le grandi soddisfazioni ce le sta dando ogni giorno, se non altro per il fatto di vederlo felice e realizzato.
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