Stamattina con la posta elettronica è arrivata una mail di un cliente che mi avvisava che domattina alle 11 sarà qui. Parte da Venezia e ritorna a casa a Graz, uscirà dall’autostrada e viene a trovarmi perché vuole un prodotto che gli avevo consigliato e che è piaciuto a tutti.
Non so chi sia, non mi ricordo la faccia, sarà sicuramente una persona simpatica, se si annuncia in questo modo.
E’ incredibile la posta elettronica! Mai avrei creduto mi sarebbe stata così utile, i contatti con i fornitori sono molto più immediati e chiari, trovo i prodotti che cerco e so tutte le caratteristiche e i dettagli di quello che ordino.
E mai avrei pensato mi facesse tanto piacere comunicare con questo mezzo.
Con Marco riusciamo ad organizzare la Festa a Valbruna e i Fuochi a Valbruna via mail, compresi i manifesti, su cui discutiamo sempre molto, con i file in allegato. Ogni decisione la prendiamo assieme, dividiamo la responsabilità e anche se Marco è in Colorado, è come fosse a Valbruna.
Con i miei figli, la comunicazione è più concreta e concisa : mi comunicano le coordinate per i versamenti delle tasse universitarie e degli affitti, ma sempre con un “Grazie, mamma!! ” finale e spesso accompagnati da allegati simpatici.
Salvador cerca di scrivermi in italiano per impararlo, è un buon esercizio e così ci scambiamo convenevoli.
Ogni mese arriva la newsletter del Liceo di Maria, con tutte le novità della scuola, il ricevimento insegnanti e quello che una famiglia deve assolutamente sapere, come la gita in Campania delle quinte (beati loro).
Quando arriva una bella mail allegra, si tengono allenati i muscoli del sorriso e poi si inoltra a chi può far piacere: le più belle arrivano da mio cognato Peter.
Spesso non sono inoltrabili, non da me perlomeno; fra gli indirizzi a cui le invia ci sono una sfilza di pompieri volontari, maestri di sci ed atleti ed in fondo c’è anche il mio nome: non c’entro affatto con la compagnia, forse è il lavoro che faccio che gli dà modo di credere che sia una delle poche donne che può comprendere certe goliardate. Che però mi divertono: ho alle spalle “vent’anni da cameriera” e si sa che le cameriere sono tutte poco serie, come le infermiere, sono molto più ironiche delle altre, delle donne normali, quelle che Brandi definisce “signore con la puzza sotto il naso”.
Con qualche amico la comunicazione è ridotta al minimo: “Ciao, tutto bene?”, è sufficiente un “sì !” di risposta, non sono necessarie tante parole.
Se qualcuno ha bisogno di una mano, il sì non è così entusiasta, e ci si può aiutare a vicenda: capita, a turno, di aver bisogno di una pacca sulla spalla.
Per San Valentino ho trovato un messaggio di mio marito, un invito a cena: fatto di persona produrrebbe un sicuro rifiuto, abbiamo troppi impegni familiari per poterci permettere colpi di testa, fatto via mail ci fa dimenticare che non abbiamo più diciotto anni, è bello tornare indietro e “ri-conoscersi”.
Come ogni cosa internet va usato col cuore ed anche con la testa, m’ innervosisce sempre sentire che, parlando della rete, qualcuno fa il sorriso sornione e pensa immediatamente alle chat.
Sarebbe veramente bello se tutti potessero imparare a usare questo mezzo, è talmente semplice, immediato e ti tiene in contatto con tutto il mondo, senza essere invadente e costoso come una telefonata.
Sono convinta che molti, che si autodefiniscono “ troppo anziani” per questo linguaggio, ne apprenderebbero velocemente l’uso se solo li si aiutasse a superare la barriera del linguaggio informatico di base.
Niente corsi, niente dispense, è evidente che solo il nominare tutto questo in molti fa scendere una saracinesca mentale.
Internet non è un mezzo d’elite, è un modo di comunicare che è un diritto di tutti, non sopporto il gergo degli addetti ai lavori, quella supponenza che si vede in giro quando qualcuno parla della rete, quasi fosse una “riserva naturale” solo per chi ha il futuro in mano.
Non ci vuole molto, basta qualcuno che ti spieghi con pazienza come si accende un pc e dove si clicca per spedire, poche informazioni indispensabili. Poi chi vorrà sbizzarrirsi con allegati e amenità varie, ci arriverà, pian piano.
Proprio in questi giorni leggevo di un bel progetto in Carinzia, qui c'è il link http://www.kleinezeitung.at/system/galleries/upload/7/5/0/1567720/schulen_kaernten_neu.pdf. In pratica i ragazzi insegnano agli anziani le nozioni di base dell'uso del PC, gratuitamente. E' un modo di comunicare fra generazioni e le foto dell'articolo parlano da sole.
Del resto, penso spesso che se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque.
E comunque chi vuole fare del voyerismo lo faccia pure, lasci comunicare gli altri.
Non so chi sia, non mi ricordo la faccia, sarà sicuramente una persona simpatica, se si annuncia in questo modo.
E’ incredibile la posta elettronica! Mai avrei creduto mi sarebbe stata così utile, i contatti con i fornitori sono molto più immediati e chiari, trovo i prodotti che cerco e so tutte le caratteristiche e i dettagli di quello che ordino.
E mai avrei pensato mi facesse tanto piacere comunicare con questo mezzo.
Con Marco riusciamo ad organizzare la Festa a Valbruna e i Fuochi a Valbruna via mail, compresi i manifesti, su cui discutiamo sempre molto, con i file in allegato. Ogni decisione la prendiamo assieme, dividiamo la responsabilità e anche se Marco è in Colorado, è come fosse a Valbruna.
Con i miei figli, la comunicazione è più concreta e concisa : mi comunicano le coordinate per i versamenti delle tasse universitarie e degli affitti, ma sempre con un “Grazie, mamma!! ” finale e spesso accompagnati da allegati simpatici.
Salvador cerca di scrivermi in italiano per impararlo, è un buon esercizio e così ci scambiamo convenevoli.
Ogni mese arriva la newsletter del Liceo di Maria, con tutte le novità della scuola, il ricevimento insegnanti e quello che una famiglia deve assolutamente sapere, come la gita in Campania delle quinte (beati loro).
Quando arriva una bella mail allegra, si tengono allenati i muscoli del sorriso e poi si inoltra a chi può far piacere: le più belle arrivano da mio cognato Peter.
Spesso non sono inoltrabili, non da me perlomeno; fra gli indirizzi a cui le invia ci sono una sfilza di pompieri volontari, maestri di sci ed atleti ed in fondo c’è anche il mio nome: non c’entro affatto con la compagnia, forse è il lavoro che faccio che gli dà modo di credere che sia una delle poche donne che può comprendere certe goliardate. Che però mi divertono: ho alle spalle “vent’anni da cameriera” e si sa che le cameriere sono tutte poco serie, come le infermiere, sono molto più ironiche delle altre, delle donne normali, quelle che Brandi definisce “signore con la puzza sotto il naso”.
Con qualche amico la comunicazione è ridotta al minimo: “Ciao, tutto bene?”, è sufficiente un “sì !” di risposta, non sono necessarie tante parole.
Se qualcuno ha bisogno di una mano, il sì non è così entusiasta, e ci si può aiutare a vicenda: capita, a turno, di aver bisogno di una pacca sulla spalla.
Per San Valentino ho trovato un messaggio di mio marito, un invito a cena: fatto di persona produrrebbe un sicuro rifiuto, abbiamo troppi impegni familiari per poterci permettere colpi di testa, fatto via mail ci fa dimenticare che non abbiamo più diciotto anni, è bello tornare indietro e “ri-conoscersi”.
Come ogni cosa internet va usato col cuore ed anche con la testa, m’ innervosisce sempre sentire che, parlando della rete, qualcuno fa il sorriso sornione e pensa immediatamente alle chat.
Sarebbe veramente bello se tutti potessero imparare a usare questo mezzo, è talmente semplice, immediato e ti tiene in contatto con tutto il mondo, senza essere invadente e costoso come una telefonata.
Sono convinta che molti, che si autodefiniscono “ troppo anziani” per questo linguaggio, ne apprenderebbero velocemente l’uso se solo li si aiutasse a superare la barriera del linguaggio informatico di base.
Niente corsi, niente dispense, è evidente che solo il nominare tutto questo in molti fa scendere una saracinesca mentale.
Internet non è un mezzo d’elite, è un modo di comunicare che è un diritto di tutti, non sopporto il gergo degli addetti ai lavori, quella supponenza che si vede in giro quando qualcuno parla della rete, quasi fosse una “riserva naturale” solo per chi ha il futuro in mano.
Non ci vuole molto, basta qualcuno che ti spieghi con pazienza come si accende un pc e dove si clicca per spedire, poche informazioni indispensabili. Poi chi vorrà sbizzarrirsi con allegati e amenità varie, ci arriverà, pian piano.
Proprio in questi giorni leggevo di un bel progetto in Carinzia, qui c'è il link http://www.kleinezeitung.at/system/galleries/upload/7/5/0/1567720/schulen_kaernten_neu.pdf. In pratica i ragazzi insegnano agli anziani le nozioni di base dell'uso del PC, gratuitamente. E' un modo di comunicare fra generazioni e le foto dell'articolo parlano da sole.
Del resto, penso spesso che se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque.
E comunque chi vuole fare del voyerismo lo faccia pure, lasci comunicare gli altri.
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