mercoledì 8 ottobre 2008

Perchè amo il mio lavoro


La maggior parte dei miei clienti beve poco. Cioè beve bene. Comprano il vino “per ogni giorno”. Un bicchiere a pasto di un vino rosso: come dicono loro, un “Lebensmittel”, la traduzione letterale sarebbe mezzo di vita, alimento.
Come si compra il pane e il latte, così si compra del vino, che deve permetterti poi, dopo il pasto, di essere in grado di tornare a lavorare.
Per la domenica, per il compleanno, per Natale e Pasqua invece si gioca.
Per i regali di compleanno è sempre una sfida: chi riceverà il regalo è un esperto? Allora bisogna stupirlo con qualcosa che non conosce.
E’ anziano? Andiamo su cose consolidate, nomi conosciuti, sapori classici, etichette con un po’ d’oro..
E’ un curioso? Cerchiamo un gusto diverso, un vino autoctono con forte personalità.
Per un anziano curioso ed esperto abbiamo le chicche, è veramente un piacere trovare qualcosa di interessante per una persona così interessante.

Per Natale e per Pasqua invece analizziamo il menù: scegliamo pochi vini che vadano bene su piatti diversi. Poi non dobbiamo mai dimenticarci della sorpresa finale: quando nessuno si aspetta più niente, è importante portare in tavola un bel vino da dessert, da meditazione.
E così via, senza sprechi, senza seguire le mode e le guide o perlomeno senza prenderle come una bibbia.
Capita spesso che i clienti arrivino da me per la prima volta proprio quando hanno in programma una festa grande, arrivano da me inviati da altri amici/clienti. Di solito capitano qui in occasione di una matrimonio.
Allora aggiungiamo a tutto il gioco dell'abbinamento con piatti di tradizioni diverse dalla mia, anche le etichette con la foto degli sposi sulla bottiglia.
E l’augurio che nella loro unione succeda sempre come a Cana, che al momento giusto arrivi qualcuno ad aiutare a risolvere i problemi.

Il mio è un bel lavoro, mi piace.
Qualche volta c’è da avvilirsi, ma come succede in tutte le cose e in tutti i lavori.
Capita, quando si apre la porta ed entra l’esperto, quello vero, quello che sa tutto di tutto e cerca cose incredibili, spesso perché le ha viste su riviste specializzate.
Tu cerchi di spiegargli che scegli il vino perché ti ha convinto, non perché ha convinto il critico eno-gastronomico di turno.
Cerchi di spiegargli che di vini diversi in Italia ne abbiamo migliaia e che una scelta va fatta e quella che proponi è la scelta che hai fatto tu.
Vedi che non ti segue, neanche ti ascolta; in fin dei conti ha ragione, cerca una determinata cosa e il resto non gli interessa, non riesci ad accontentarlo e ti dispiace, ti senti inadeguato, forse hai sbagliato tutto.
Poi ti passa, specialmente quando arriva il prossimo, quello che ti dice” Cos’hai scoperto di bello da propormi?”
Fantastico, un amico.

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