giovedì 9 ottobre 2008

Poveri fumatori


Qui fuori, vicino alla vetrina dell’enoteca, c’è quasi sempre un gruppetto di poveri fumatori, costretti a stare in castigo fuori al freddo. La tanto combattuta legge sul fumo è stata una sofferenza sia durante la gestazione sia durante il parto, ma ora, dopo più di un anno dalla “rivoluzione dell’aria pulita”, si dimostra vincente.
Si sta tutti meglio e si fuma meno. Quando capita di andare a cena in Slovenia o in Carinzia, il fumo che aleggia nell’ambiente è insopportabile, toglie il piacere di stare assieme e anche il piacere dell'assaporare il cibo, ci siamo abituati subito bene.
Dal punto di vista della salute nazionale è stato un grosso passo avanti, lo dico con lo scudo alzato, pronta a difendermi dalle frecce infuocate.
Ho lavorato per tanti anni in un ambiente dove il fumo faceva parte integrante del lavoro e ne ho sofferto tantissimo; la sera neanche con una doccia riuscivo a togliermi dai vestiti, dalla pelle, dai capelli, quell’odore acre. Uno dei motivi per cui ho cambiato quel lavoro che mi piaceva tanto, è stato anche questo.
Quando si è deciso che al Valbruna Inn non si fuma, per me è stato un grosso sollievo. La proprietà ci teneva particolarmente a questa regola: tutti gli ambienti erano decorati con tendaggi molto belli, c’era legno praticamente ovunque, nelle camere i piumoni soffici ...da questi materiali l’odore del fumo non si toglie più.
Non ho avuto grosse difficoltà a far rispettare la regola, non ho neanche mai dovuto mettere le mani sui fianchi e sfoderare l’autorità.
In realtà non avrei avuto grandi mezzi per farmi valere, se non una cortesia decisa e determinata. E’ successo solo un episodio, un momento “difficile”, ed è stato durante il campionato di sci degli avvocati. Uno di loro, seduto assieme ad altri atleti/colleghi in biblioteca, mi ha detto simpaticamente che nessuna legge mi permetteva di vietargli di fumare e che lui avrebbe fumato, se lo desiderava. E aveva ragione, se proprio voleva farlo, non avrei potuto impedirglielo.
Ho cercato di usare un tono accomodante, con accenti materni, mentre sorridendo gli dicevo: “Se lei fuma qui dentro, io introduco semplicemente la sua sigaretta e la sua testa nel caminetto acceso, vado dritta in galera per omicidio e così magari riesco a trovare il tempo per laurearmi”.
Omicidio colposo e premeditato, ma credo che non avrei avuto grossi problemi a trovare un difensore fra i suoi colleghi presenti.
Quell' avvocato in seguito è diventato un cliente cordialissimo, credo fosse per il fatto che ha intuito che se continuavo così, prima o poi avrei avuto bisogno di un buon difensore.
Chi invece è riuscito a prendermi in giro per bene sull’argomento è stato il mio dentista.
Era a cena da noi e lo avevamo mandato fuori, come tutti, se voleva fumare.
Aveva cercato inutilmente di eludere la sorveglianza visto che a Valbruna in gennaio era veramente freddo, era una di quelle belle sere in cui la neve scrocchia sotto i piedi
Noi non avevamo ceduto e questo essendo ben conscie di quanto può essere vendicativo il tuo dentista, anche solo in occasione della successiva pulizia dentale periodica.
Stando lì in terrazza con i suoi amici, il dottore ha notato il cartello che avevamo appeso vicino al portone d’ingresso : “FOR ANY PROBLEM PLEASE CALL CELL……” , serviva per i clienti che arrivavano tardi di notte, e c’era scritto il numero del mio cellulare, per ogni problema.
Il clima carbonaro che si crea sempre fra i fumatori in castigo ha fatto nascere da sé la goliardata; del resto il mio dentista è sempre stato, fin dai tempi del Liceo, uno che non ha mai perso occasione per sdrammatizzare gli eventi tragici.
Mentre lavoravo in sala, ho sentito squillare il mio cellulare in reception. Sono corsa velocemente a rispondere, una voce mi ha detto in inglese che aveva un grosso problema, a very great problem , ho chiesto come potevo essere utile e , sempre in inglese, mi ha detto “Mi hanno sbattuto fuori a fumare e ho tanto, tanto freddo”. E mentre cercavo di razionalizzare il problema, alzando lo sguardo, ho visto il gruppetto che dalla finestra del portoncino rideva facendo ciao, ciao, con la manina.
Che simpaticone, il mio dentista! Io comunque ad ogni buon conto ho approfittato per salvare il numero “riservatissimo” del suo cellulare, che già la mattina della domenica successiva mi è stato molto utile: ad un ospite dell’albergo si era spaccato un dente, era certamente mio dovere cercare di risolvere anche quel problema, a very great problem.

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