mercoledì 20 maggio 2009

Duecento anni fa...


In questi giorni si ricorda un passaggio importante della storia europea, accaduto qui a Malborghetto.
Maggio 1809, duecento anni fa.
L'esercito francese, guidato da Eugène de Beauharnais, saliva lungo la valle del Fella, da lontano si sentivano i colpi di cannone. L'avamposto dell'esercito austro-ungarico era a Malborghetto, dove era appena stato costruito un forte. In quel punto la valle si restringe, c'è l'alveo del fiume e il forte è strategicamente importante.
L'ingegnere che l'aveva progettato, il capitano Friedrich Hensel, 28 anni, era lì a difesa di quell'opera che non era riuscito ad ultimare. E' una persona che ha avuto una vita difficile : ultimo di otto figli, perde il padre molto presto, i sacrifici per frequentare l'accademia sono stati grandissimi, è molto che non vede i suoi. La sua storia si legge attraverso le lettere che invia alla sua "Signora Madre" e al suo "Signor Cognato", sono state tradotte da un appassionato studioso di Malborghetto che ci regalato questi scampoli di vita, attraverso la storia.
Hensell attende l'arrivo dell'esercito avversario , è lì con i suoi 75 uomini, per la maggior parte croati, serbi, pochi austriaci. Il paese di Malborghetto ha già salutato quei militari , con i quali a veva convissuto quel periodo: c'era stato in paese qualche sera prima un incontro fra le autorità, i possidenti, assieme avevano bevuto e mangiato nella trattoria del signor Ressmann. Si viveva così, con fatalismo, oggi ci siamo domani chissà, almeno salutiamoci come si deve.
In fondo alla valle, verso Pontebba, si sente il borbottio dei cannoni. Una vedetta vede arrivare dal fondo della valle un messaggero, porta un comunicato da parte del comandante francese. Sul foglio che consegna c'è scritto che quell'avamposto "non poteva resistere al valore delle truppe francesi, dalle quali era investito da tutte le parti, cosa che lo metteva nell’impossibilità di ricevere qualsiasi soccorso, e che se per un capo vi era dell’onore da difendersi, quando la cosa pareva possibile, era temerarietà, per non dire un crimine, esporre la vita dei militari che si trovavano sotto i suoi ordini alle terribili conseguenze di una piazza presa d’assalto, mentre capitolando, poteva contare su tutta la lealtà della nazione francese".
A fronte di questo lungo discorso, è rimasta memoria della breve risposta con la quale Hensel rifiutò la resa e rimandò indietro i due parlamentari dicendo loro "Sono stato educato a combattere, non a fuggire” . Il giorno successivo, in modo meno formale, il capitano viene invitato non ad arrendersi, ma ad andarsene: non sarebbe potuto uscire vivo da quella faccenda, le regole della guerra erano così. L'avrebbero lasciato libero di dirigersi verso Villach, con tutti i suoi uomini, e non se ne sarebbe più parlato.

Il resto è storia: sono morti tutti, lì c'è un monumento, che quand'ero piccola guardavo dal finestrino dell'auto da lontano, la strada in quel punto faceva una curva pericolosa ed era difficile fermarsi a capire chi c'era in quell'angolo.
Quel forte è stato utilizzato in tutte le guerre successive, pare che la collina sia percorsa di camminamenti come un gruviera. Ieri i ragazzi delle scuole medie, fra cui Giuditta, l'anno visitato, forse ce la farò anch'io, se non mi prende la claustrofobia.
E' incredibile che fino a un paio di anni fa io non mi sia assolutamente resa conto che sul quello spezzone di roccia ci fosse tutto quel po' po' di costruzione. Ogni cosa era immersa negli alberi, tutto era ben nascosto per motivi strategici e solo da poco, abbattuti gli abeti ( e il muro di Berlino), il colle calvo ha potuto mostrare il suo fortino. Ci sono tantissime altre costruzioni di questo tipo qui in giro, ne scopro continuamente di nuove, mi sembravano colline ed erano cupole di armamento , sembravano rii ed invece erano fosse anticarro...quanto poco si sa del posto dove si vive ...
I riferimenti per capire qualcosa di quella brutta storia li ho trovati qui :

4 commenti:

katia ha detto...

che bello e che bella storia!sai quella tua amica non si è fatta sentire piu..che faccio??non ho neanche piu il numero..nome..baci e grazie

Anonimo ha detto...

Effettivamente io sapevo quasi niente del forte e quello che colpiva era il leone di bronzo.

Perché non ne posti una foto?

Paolo B.

Trekker ha detto...

Benvenuta,
grazie per la visita al mio blog e per avermi linkato in questo post. Conosco il forte di Malborghetto da molti anni proprio perché attratto da quel monumento così singolare e isolato. La curiosità mi ha spinto a fermarmi e ad esplorare i dintorni ed è stato così che mi sono imbattuto nel sovrastante e celato forte.
@ Paolo B. ho pubblicato una foto del monumento sul mio blog:
http://montagneluminose.blogspot.com/2008/08/il-forte-hensel-malborghetto.html
Un caro saluto.

benvenuta ha detto...

Grazie a te, e grazie anche delle informazioni/correzioni che vorrai fornirmi in futuro!
So talmente poco della nostra storia...ma la curiosità, grazie al cielo ce l'ho.