La valle si è svuotata. Molti sono partiti, qualcuno invece è appena arrivato.
Sono quelli che, nati qui e poi vissuti lontano, tornano per la festa del paese.
Per me è tempo di visite.
Caffè e dolce dalle mie vicine. La loro casa è sempre chiusa, la riaprono solo per pochi giorni ogni anno in questo periodo. Di quella casa avevo raccontato qui http://dawit-benvenuta.blogspot.com/2008/10/la-nonna-mojca-e-la-zia-tona.html
Torno indietro di trent'anni, quando quella porta era sempre spalancata e se ci passavo davanti non potevo non entrare a salutare.
Siamo nel giardino, una giornata di primo autunno che è un regalo, calda e serena.
Una delle signore serve uno strudel fatto da lei: vive in Austria, fa lo strudel come lo fanno lì, al confine con la Svizzera.
E' fantastico. Come aveva già fatto con me la sua vecchia zia, quella che mi ha insegnato a preparare lo Schartl, ( http://dawit-benvenuta.blogspot.com/2008/10/pasqua-lo-schartl.html ) mi racconta subito il suo segreto, ancora prima che abbia il tempo di farle domande: è l'impasto, non è il solito impasto per lo strudel.
" 250 gr di farina, 250 gr di burro, 250 gr di ricotta e un po' di sale, non puoi dimenticarlo, è semplicissimo. Lo tiri con il matterello. Il ripieno è quello classico, che conosci già".
Semplice. Porto a casa il suo segreto e lo divulgo più che posso, qualcuno ne saprà fare tesoro.
E scopro, ancora una volta, che si può donare in tanti modi.
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